Clavicembalo

Clavicembalo

Ad alcuni puristi questa affermazione potrà risultare indigesta, ma è la verità: ho iniziato a studiare il clavicembalo senza neanche accorgermene, perché il repertorio clavicembalistico era ancora alla base, quando studiavo io, dei programmi del conservatorio, stilati nel 1899 e rimasti in vigore sino al 2004. 

Naturalmente, i due strumenti non erano intercambiabili sic et simpliciter. Ad alcuni colleghi, lo studio della letteratura clavicembalistica risultava moderatamente indigesto, e  

Ma il mio insegnante aveva studiato anche con un organista. 

Io avevo ascoltato esecuzioni clavicembalistiche (Pinnock, Leonhardt) sin dalla più tenera età (nonché Gould), e quando, nel corso delle vacanze estive, ebbi per la prima volta la possibilità di mettere mano su un clavicembalo, non patii particolarmente il cambio di tastiera.

La verità è che la mia tecnica era "portabile", 


Insomma, la mia tecnica era portabile L'impostazione dell'insegnante rivestiva un ruolo decisivo,  

Ma el mio caso, mi aveva addestrato sin dalla più tenera età ail livello Circostanza decisiva nel farmi appassionare allo strumento, a prescindere dall'ascolto della musica bachiana (in particolare Gould al pianoforte, e Pinnock al clavicembalo) è stata la possiblità di mettere le mani a mia volta su alcuni strumenti in Francia durante le vacanze estive.


Lo studio del clavicembalo si è rivelato per me il fondamento dei successivi studi organistici: di contro, l'approfondimento della musica antica per ragioni organistiche mi ha fornito ulteriori opportunità di studio e perfezionamento (perlomeno sino alla letteratura del barocco, lo studio di uno strumento alimenta l'altro). 


Al netto di un paio di masterclass non vanto titoli accademici clavicembalistici, sono lento nel realizzare il basso continuo, e la mia attività concertistica è rimasta, sotto questo profilo, limitata (invero, ciò non per mia volontà). 

Ciononostante, ho nelle dita un vasto repertorio, che include opere maggiori a due manuali; possiedo un piccolo (ma a due manuali) William de Blaise da studio, e sono membro della British Harpsichord Society.  

Se posso rivaleggiare con i clavicembalisti "puri" quanto a standard esecutivi, giudicate voi!

Il mio strumento da studio (William de Blaise)

Pecora nera, secondo alcuni, fra i clavicembali, il c.d. revival harpsichord è, a scapito del precedente successo commerciale, considerato inferiore alla c.d. copia storica. 

Purtuttavia, vari fattori influiscono nel determinare.

Lo strumentista, infatti, in primo luogo ha bisogno di studiare; prezzo, spazio, resistenza all'accordatura sono tutti fattori

Fino a qualche tempo fa, la Roland commercializzava un clavicembalo digitale, ma esso non è più in produzione.

Ancora, i tempi di realizzazione di uno strumento nuovo possono richiedere anni di 


E pertanto, quando ho scoperto che in un negozio della Toscana una clavicembalista inglese aveva posto in vendita un piccolo (ma a due manuali!) strumento da studio, non me lo sono fatto scappare.

Lo strumento ha, al primo manuale, un registro da 4' accoppiabile a quello di 8' del secondo (di talché la configurazione più comune è Man I: 8'+4'; Man. II 8'). Presente anche il liuto, suddiviso fra bassi (pedale SX) e soprani (pedale DX). Il pedale di centro disconnette temporaneamente l'unione fra le tastiere eventualmente attiva. 

Gli originali plettri in cuoio sono stati sostituiti dal Delrin.